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Alice Boffa & Antonella Capolupo

Intervista doppia – Alice Boffa & Antonella Capolupo

Quattro domande per scoprire un po’ di più come queste due giovani autrici vivono il lavoro nel mondo del manga.

1) Cosa vi ha spinte a scrivere e disegnare un fumetto?

  • Alice: Disegno da quando ne ho ricordo, ma quando andavo alle elementari ero quasi ossessionata dall’idea di scrivere un libro. Purtroppo, la scrittura non è mai stata il mio forte, anche se ho sempre amato dedicarmici. Quando mi resi conto che sarebbe stato davvero molto difficile (anche se non impossibile) per me raggiungere il livello necessario per scrivere un libro, scoprii il mondo dei fumetti. Allora mi domandai quale fosse la cosa più importante per me: scrivere o raccontare una storia? Come potete immaginarlo, capii che per me l’importante era raccontare, indipendentemente dal mezzo di comunicazione usato. Fu così che iniziai a lavorare sul fumetto. Ancora oggi quello che mi ha spinta a lavorare al progetto de Il viaggio di Miró e di RumXXX è stato questo desiderio del voler raccontare una storia, di condividere qualcosa di un po’ diverso che faccia emozionare e sia piacevole da leggere. Forse in RumXXX non troverete filosofie oniriche o risposte agli enigmi della vita, ma la mia speranza è che possa regalarvi una risata e tenervi compagnia.
  • Antonella: Per quanto riguarda Il Covo del Drago, posso dire che mi ci sono buttata a capofitto subito dopo aver finito il primo anno di studi in Tecnica Manga. Volevo sperimentare e mettermi alla prova, capire se ero abbastanza tenace e determinata da portare fino alla fine un progetto. Notai subito che lavorare ad un fumetto era totalmente diverso dalle lezioni a cui ero abituata in Accademia; ma la mia determinazione e pazienza mi hanno permesso di superare tutte le fasi del lavoro, organizzare gli orari della giornata in modo da avere anche tempo per me stessa. Disegnare tutti i giorni (name, tavole, sfondi..) per quattro anni mi ha permesso di osservare moltissimi miglioramenti. Sapevo che avrei imparato molto e ho approfittato dell’opportunità continuando a studiare “indirettamente”, facendo tesoro di tutti i consigli e le correzioni arrivati durante la creazione di quest’opera. Alla fine del percorso ho potuto notare quanto il mio stile di disegno sia cambiato ed evoluto. È una cosa che mi rende davvero felice, perché riesco a notare da sola gli errori delle vecchie tavole oppure sfondi che inquadrature che adesso farei diversamente. Tutto questo mi ha permesso di crescere come disegnatrice e mi ritengo soddisfatta del mio percorso adesso concluso. Sicuramente questi rimarranno sempre i motivi che mi spingeranno a creare e disegnare fumetti futuri: la costante voglia di migliorarmi sia nel disegno che nella narrazione per offrire al lettore un prodotto che valga la pena leggere.

2) Quali sono state le difficoltà maggiori?

  • Alice: Non è mai facile lavorare ad un fumetto, anche se è qualcosa che ci appassiona molto. Oltre al lato un po’ masochista del creare una storia in un’ambientazione che non avevo mai disegnato prima, gli ostacoli sono stati principalmente due:
    – Il primo in assoluto è stata la struttura narrativa della yonkoma. Questa struttura è formata da quattro vignette della stessa dimensione posizionate in verticale, in ognuna delle quali deve concludersi una microscena, in questo caso comica. A volte, sopratutto quando avevo la necessità di dover spiegare un elemento fondamentale della trama, è stato molto difficile creare una scena che si concludesse nello spazio prestabilito e che in qualche modo non risultasse noiosa. Mentre in altri casi, presa dalla frenesia, raccontavo troppo in poco tempo, facevo accadere troppe cose in maniera troppo ravvicinata. Quando mi rendevo conto che stava succedendo, riprendevo tutta la scena e rallentavo i tempi narrativi.
    – Il secondo ostacolo è stato lo “spazio scenico”. Disegnare due galeoni che si fronteggiano in una vignetta di 6 cm per 8 non è così banale, sopratutto se al suo interno ci devono essere dei personaggi che devono essere almeno un po’ riconoscibili. Questo ostacolo mi ha permesso di lavorare tantissimo sulle inquadrature, che devono essere sia funzionali alla narrazione, sia di impatto visivo. Infatti molte delle inquadrature realizzate nel namenote sono state modificate nelle tavole definitive.
    Solitamente una delle maggiori difficoltà elencate dai fumettisti è il rischio di non rientrare nei tempi di consegna. Fortunatamente, per questo primo volume di RumXXX ce l’ho fatta senza problemi (lavorando giorni interi e alcune notti alle tavole).
  • Antonella: Ci sono delle fasi , quando si lavora ad un fumetto, in cui ci si sente sconfortati o in cui si ha l’impressione che sia un lavoro interminabile. Questo mi è capitato più volte durante il lavoro, in particolare durante la fase del name no name e del namenote. È stata la parte più lunga e non vedevo l’ora di terminarla per poter finalmente disegnare le tavole. Per un anno e mezzo circa ho disegnato solo il namenote, mattina e pomeriggio. Pensavo non finisse più, ma alla fine ne sono uscita e i miei disegni erano anche migliorati! Col senno di poi, mi ritrovo spesso a pensare che se avessi iniziato le tavole senza questa lunga fase, oggi mi vergognerei per la qualità dei disegni. Iniziate le tavole ero lentissima: avevo paura di sbagliare, di calcare troppo e lasciare solchi sul foglio, di sbagliare le proporzioni… dopo le prime 15 ho iniziato a velocizzarmi e ad acquisire più sicurezza. Un’altra difficoltà per me è stata di resistere alla tentazione di inchiostrare o retinare le tavole prima di aver completato le matite di 200 e più pagine. La curiosità di vederne finite almeno un paio era grandissima, ma ho dovuto frenarmi ed è stato un bene, perché ho potuto rivederle tutte e correggerle prima di inchiostrarle. Dopo quella del namenote, questa fase è stata la più lunga, anche perché quando pensavo di aver finito alla fine aggiungevamo altre tavole per migliorare la storia! I retini manuali mi hanno portato via tantissimo tempo, rallentandomi molto. Bisogna essere precisi e fare attenzione agli sprechi, ma anche qui con un po’ di allenamento si diventa molto più pratici e veloci.

 

3) Quali sono state le parti più divertenti?

  • Alice: Quando si disegna una storia comica tutto è divertente! Ogni fase della realizzazione del fumetto ha qualcosa che la rende unica, che si tratti di affrontare sfondi estremamente complicati sia da disegnare che inchiostrare o colorare alcune tavole. Una cosa che mi piace tantissimo è quando finalmente metto i retini su una tavola, perché in quel momento prende davvero la forma di qualcosa che sarà pubblicato ed inoltre è il momento in cui si può ridurre la lista delle “tavole da finire”. Non saprei descrivervi a parole la soddisfazione che si sente in quel momento!
    Una volta che il namenote è finalizzato, la fase che si può definire realmente “creativa” è finita, a partire dal momento in cui si inizia a lavorare alle matite delle tavoleè tutta produzione pratica. Iniziamo a disegnare i personaggi in maniera quasi automatica. Una volta identificata la posa del personaggio basta aggiungerci i dettagli del volto e poi i vestiti. In questo meccanismo automatizzato mi è capitato a volte di scambiare inavvertitamente i vestiti ai personaggi (ricontrollando alcune tavole ho trovato personaggi maschili e femminili con gli abiti invertiti!). Quando accade questo genere di cose si può solo ridere e accettare il fatto che forse si ha bisogno di una piccola pausa. Oppure approfittarne per disegnare davvero i personaggi con i vestiti scambiati…
  • Antonella: Mi sono divertita moltissimo ad inchiostrare le tavole! Mi rilassa davvero tanto vedere l’inchiostro scendere dal pennino e poggiarsi sul foglio liscio… tratteggiare per mettere le ombre sui personaggi e gli edifici è il massimo! Infatti in questa fase del lavoro sono stata velocissima e sono subito passata a mettere le campiture nere sui vestiti, capelli e cieli notturni divertendomi tantissimo.

4) Quali sono le vostre aspettative? Avete progetti per il futuro?

  • Alice: Una parte di me vorrebbe dirvi che parto per una lunga vacanza ai Caraibi, ma l’altra parte di me sa che non mi riposerei davvero perché mi verrebbero nuove idee e mi metterei a disegnarle in spiaggia (anche se non suona così male in fondo…). Divagazioni a parte, RumXXX non sarà una one-shot: ho in programma un secondo volume assicurato e molto probabilmente un terzo! Vorrei portare avanti questa storia, fintanto che le idee che mi verranno saranno interessanti e divertenti.
    Oltre a RumXXX, ho diverse idee per alcuni progetti futuri su cui lavorare. Mi piacerebbe pubblicare qualche altro libro illustrato come il mio precedente lavoro Il viaggio di Miró, perché alla fine mi diverte e la mole di lavoro, anche se sempre imponente, è minore rispetto a quella di un fumetto. Inoltre mi piacerebbe riuscire a staccarmi un po’ dallo schema delle yonkoma e lavorare su un progetto con un genere un po’ più serio e maturo. Naturalmente per ora sono ancora in alto mare, quindi mi prenderò un po’ di tempo per ragionarci su e se mi venisse un’idea fulminante come quella di RumXXX, seguirò l’onda e cercherò di svilupparla al meglio delle mie possibilità!
  • Antonella: Per ora sono sicuramente molto curiosa di conoscere il parere dei lettori sulla storia e sui disegni. Spero che il mio duro lavoro possa essere apprezzato e criticato, in modo da migliorare
    e non ripetere più gli stessi errori in futuro. Mi piacerebbe vedere i committenti dell’opera soddisfatti del risultato finale. Ma soprattutto, vorrei che se ne parlasse abbastanza per convincere quelle persone che ancora dicono che “il manga italiano non si affermerà mai” che non è vero. Per questo, con il mio manga
    vorrei dare il mio contributo per far crescere questo genere di mercato che si sta facendo strada tra gli altri generi fumettistici.
    Nel futuro vorrei pubblicare ancora, magari disegnando una storia tutta mia. Mi piacerebbe mettermi di nuovo alla prova e applicare gli insegnamenti che fino ad oggi ho ricevuto lavorando in gruppo. Sicuramente sarà molto difficile lavorare da sola e pensare a tutto, ma sono molto positiva se penso a progetti futuri e a dire la verità non vedo l’ora di iniziarne uno nuovo. Al momento mi sto esecitando per migliorare il mio stile di disegno e a breve penso che inizierò a buttar giù qualche idea per una nuova storia, non lunga come la precedente, ma che trasmetta comunque qualcosa al lettore. Nel frattempo non smetterò di studiare e disegnare, c’è sempre da imparare e solo disegnando in continuazione si migliora e si ottengono ottimi risultati.

Ringraziamo ancora moltissimo Alice Boffa e Antonella Capolupo per queste risposte e per tutti gli articoli apparsi precedentemente su TecnicaManga. Continuate a seguire gli aggiornamenti di queste due giovani autrici su Euromanga e sulle loro pagine personali.

Non dimenticatevi di passare dallo stand di Euromanga a Lucca Comics per ritrovare le due autrici e le loro opere!