Applicare i retini

Retinatura base

Una parte essenziale della creazione grafica di un manga sono i retini. Questi fogli adesivi sono prodotti da diverse marche giapponesi e la migliore in termini di qualità è senza dubbio I-C. Ma come si usano?

Se siete alle prime armi con i retini e non sapete né quali scegliere né come usarli, la casa editrice Euromanga vi propone un tutorial di retinatura che include 4 retini di base, spiegazioni chiare ed esercizi progressivi (utili anche per coloro che già conoscono il prodotto).

In questo video (che non ha vocazione di tutorial, ma solo di esempio) potrete osservare Giusy mentre vi mostra gli esercizi base che si possono fare con i retini: dall’apparente semplice applicazione di un retino alla sovrapposizione, per finire con effetti di luce creati con la gomma abrasiva o il cutter.

Pronti, cutter… via!

Le riprese sono state effettuate durante il corso intermedio della Manga Summer School.

Prospettiva facile

Prospettiva per tutti

Sappiamo tutti che i ritmi di lavoro di un mangaka sono molto duri e che diversi autori usano immagini di riferimento per disegnare oggetti, sfondi, ecc. Oggi vi presentiamo uno strumento che renderà molto più facile e veloce la creazione degli sfondi: le guide PersNavi.

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Fissate il foglio alla guida
Grazie alla tavoletta luminosa, è facile seguire le linee guida
Grazie alla tavoletta luminosa, è facile seguire le linee guida

Il kit include due piani di lavoro con delle guide già pronte per la prospettiva centrale (1 punto di fuga) o accidentale (2 punti di fuga). È molto facile usarle: fissate il foglio alla guida e abbozzate l’oggetto che volete disegnare in prospettiva (o lo sfondo, se lo visualizzate già in modo chiaro). Seguite le linee già tracciate secondo la grandezza dell’oggetto. Osserviamo un esempio in due fasi:

Si traccia il primo oggetto
Si traccia il primo oggetto

 

I mobili della camera iniziano a prendere forma
I mobili della camera iniziano a prendere forma

 

Per l'altezza, tracciate linee perpendicolari alla linea dell'orizzonte. In qualche tratto il letto è pronto
Per l’altezza, tracciate linee perpendicolari alla linea dell’orizzonte. In qualche tratto il letto è pronto
Possiamo anche aggiungere un personaggio
Possiamo anche aggiungere un personaggio

Man mano che aggiungerete oggetti, lo sfondo (qui, una camera) prenderà forma sul foglio. Grazie alle guide PersNavi, disegnare una camera vi prenderà solo qualche minuto. I punti di fuga sono già stabiliti e non vi resterà più che seguire le linee che vi interessano per disegnare i vostri oggetti. Una volta disegnati i mobili, non dimenticate di aggiungere i dettagli che renderanno la camera più realistica. Piuttosto che prendere ispirazione dai cataloghi dei negozi, spesso troppo ordinati, osservate bene le vostre camere.

La tavoletta si spegne in un sol gesto e la funzione di memoria ricorda la luminosità precedente
La tavoletta si spegne in un sol gesto e la funzione di memoria ricorda la luminosità precedente
Verificate sempre che il disegno corrisponda all'idea che avevate all'inizio
Verificate sempre che il disegno corrisponda all’idea che avevate all’inizio

Se disegnate con una tavoletta luminosa, non dimenticate di  abbassare la luminosità di tanto in tanto, in modo da controllare come sta venendo il disegno. Adesso è tempo di aggiungere qualche dettaglio. Per non sbagliarvi, usate sempre le linee guida del piano PersNavi.

On peut ajouter un radiateur et une fenêtre
Possiamo aggiungere un termosifone e una finestra
Con qualche dettaglio in più, lo sfondo è molto più realistico
Con qualche dettaglio in più, lo sfondo è molto più realistico

Per realizzare quest’esercizio abbiamo utilizzato il piano con due punti di fuga, ma potete creare altri sfondi con la guida della prospettiva centrale (un punto di fuga). Il principio è sempre lo stesso: ricalcate le linee guida per la larghezza e la profondità dell’oggetto e tracciate delle linee perpendicolari per le altezze.

Buon lavoro!

Martina Ronci, disegni di Giusy Oliva

Risultato terminato

Fasi di colorazione

Nel post di oggi farò vedere le varie fasi di lavorazione per un’illustrazione. Naturalmente l’ordine che ho seguito è quello che, in questo caso, è risultato più comodo per me.
Iniziamo con la lineart, realizzata su carta da acquarello Sennelier pressata, 300g e inchiostrata con Multiliner Copic color nero, grigio e verde scuro. I colori che andrò ad utilizzare sono quelli del set Aquash della Pentel, i Radiant della Dr.Ph.Martin’s e matite acquarellabili Staedtler.

Prime fasi di colorazione
Prime fasi di colorazione

Fase 1: lineart. Fase 2: base e prime ombre della pelle.  All’inizio di questa fase è da stabilire la direzione della luce. In questo caso proviene da sinistra, da metà altezza. Fase 3: Base dorata del vestito e della fascia per capelli (ragazza a destra). Per comodità chiameremo A la ragazza a sinistra e B quella a destra.

 

Base di abiti e capelli
Base di abiti e capelli

Fase 4: Base delle calze e delle scarpe della ragazza a destra, base dell’abito di A. Fase 5: Dettagli in verde scuro sulle ombre dorate. Fase 6: Base violetta dei capelli dei A, secondo passaggio di verde sul vestito dorato e sulle calze di B.

Lavorazione di capelli e occhi
Lavorazione di capelli e occhi

Fase 7: Con il marrone stendo la base dei capelli di B, cercando di seguire il movimento delle ciocche, e aggiungo un tono castano ai capelli di A. Fase 8: Scarpe di entrambi i personaggi vengono dettagliate in questa fase, così come la base degli occhi di B. Fase 9: Aggiungo del nero ai capelli di B, ne ritocco e scurisco gli occhi e stendo la base per quelli di A.

Campo di papaveri
Campo di papaveri

Fase 10: Base non omogenea di verde per il prato. Fase 11: Inizio a creare dei punti rossi di grandezze differenti per rappresentare i papaveri. Fase 12: Ecco il campo una volta terminato.

Colorare il cielo
Colorare il cielo

Fase 13: Prima di iniziare a colorare il cielo, traccio con un liquido mascherante la forma approssimativa delle nuvole, facendole convergere verso il centro dell’immagine. Fase 14: Lasciando il colore più intenso nella parte superiore, stendo la base del cielo.
Inoltre provo l’ebbrezza di rovesciare mezza boccetta di Radiant sul tavolo e sul foglio. Per fortuna trattandosi di pigmenti a base d’acqua basta spanderli con cura e/o coprirli in seguito con il bianco.

Aggiungo qualche dettaglio con una penna a gel bianca Misnon ed ecco il risultato finale:

Risultato terminato
Risultato finale

 

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Cielo notturno

Ciao a tutti! Oggi vediamo come realizzare un cielo stellato.

Ci sono diverse tecniche per disegnare il cielo sulle tavole manga:               c’è chi usa i retini con le nuvole, chi le disegna e le inchiostra, chi applica un retino semplice e lo gratta per realizzare le nuvole.

Noi vedremo  come disegnare un cielo notturno con un metodo davvero semplice e veloce;  utilizzando solo i pennarelli neri e il misnon

Io ho fatto un disegno dove volevo mettere uno sfondo con un cielo stellato. Dopo aver i inchiostrato e ripulito la linea (del personaggio) con la gomma, ho dato un effetto diverso allo sfondo.  Ho deciso di usare la Fude-pen (un po’ scarica) per i contorni della “vignetta”

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poi ho usato tre pennarelli con diverse punte per riempire tutto lo sfondo di nero:

il più grande che ho è questo con la punta a scalpello (lo uso per riempire i grandi spazi)

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poi ho usato un pennarello più piccolo (con la punta arrotondata) e uno 0.8

Prima di passare alle stelle, ritagliate su un pezzo di carta la figura che volete coprire dagli schizzi di bianchetto.

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Ora che il disegno è al sicuro, passiamo alle stelle. Mettete un po’ di Misnon in una tavolozza e diluitelo con poca acqua.

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Poi ne prendete un po’  e con un dito picchiettate sul dorso del pennello.

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con un pennellino più piccolo, potete fare qualche altra stella.

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Adesso usando il bianchetto con il pennino (maru), possiamo fare le punte delle stelle più grandi (senza esagerare)

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Infine ho sbianchettato la luna (ci ero andata sopra con la fude, per dare continuità all’effetto)

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ed ecco il cielo finito!!

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Beta Flash

Il beta flash è una tecnica di inchiostrazione che amo particolarmente fare e che si può applicare a tante diverse situazioni.

Per fare il beta uso sempre il G-pen della marca Tachikawa e come inchiostro utilizzo invece il Kaimei Bokujuu.

Prima di tutto parto decidendo il centro verso cui far andare l’effetto e lo disegno con la matita, facendo una bella X. Dopodiché disegno l’area in cui deve stare tramite due ovali, non troppo distanti tra di loro.

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Ora prendo una puntina e la posiziono esattamente sopra alla X, l’adagio con la punta verso l’alto. (Spesso le puntine hanno un rivestimento in plastica, vi consiglio di toglierlo perché di solito la puntina non aderisce perfettamente al foglio, rimanendo un po’ curva).

Stacco un pezzo di scotch di carta e attacco la puntina al foglio.   (Non uso lo scotch normale, perché altrimenti mi rovina il foglio quando poi lo staccherò).

Mi raccomando… occhio a non pungervi 🙂

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La puntina mi serve da perno a cui appoggiare il righello, che tengo sempre al contrario! I numeri non dovete leggerli bene, così facendo rimane un vuoto tra il righello e il foglio che mi impedisce di sbavare con l’inchiostro.

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Parto sempre dall’alto, eseguendo sempre un movimento antiorario.

Traccio le varie linee del beta una vicinissimo all’altra, con gesti rapidi, che vanno verso il centro, in questo caso verso la puntina.   Per fare l’effetto del beta sensibilizzo ogni linea che faccio, prima premendo forte, ottenendo così un pezzo di linea spessa e poi tracciando subito leggero in modo tale che la linea finisca con una punta sottilissima, così:

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Continuo con questa modalità fino a riempire tutta la prima parte. Il beta richiede un gran utilizzo di inchiostro, quindi controllo sempre che sia asciutto prima di passarci “casualmente” il righello sopra e prima di procedere alla seconda parte.

Mentre lavoro sul righello si formano delle gocce di inchiostro, perciò lo pulisco spesso con un fazzoletto di carta asciutto. Oltre al righello, sono solita pulire anche il pennino, così mi evito che l’inchiostro secchi e che possa procurarmi linee tratteggiate.

In genere pulisco entrambi gli strumenti più o meno ogni 5-7 linee che traccio.

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Così facendo termino il beta anche nell’altra parte. Una volta asciutto l’inchiostro tolgo la puntina e cancello la matita, infine coloro di nero tutta l’area al di là dell’effetto, con un qualsiasi pennarello nero.

Il beta così può considerarsi concluso.

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Dopodiché non mi resta che applicare i retini per completare la vignetta 🙂

Armatevi di pazienza, perché per essere fatto bene il beta richiede una buona dose di tempo!

Ivana Demarco

 

 

Kakeami

Ciao a tutti! Oggi parlerò di una delle più belle tecniche di inchiostrazione giapponese:

LA KAKEAMI

Questo effetto è molto usato nei manga; alcuni autori la fanno a mano, mentre altri utilizzano il retino kakeami. Ma se volete risparmiare  i soldini, vi conviene saperla fare a mano 😉

Grazie alla kakeami, si possono creare degli sfondi che trasmettono una precisa sensazione.

E’ molto difficile disegnare le kakeami, anche perchè bisogna essere precisissimi, esercitarsi molto, e avere tanta pazienza.

Per realizzare una buona kakeami, si utilizza un pennino che fa le linee sottilissime: il maru.

Ci sono 4 tipi di kakeami: ikkake, nikkake, sankake, yonkake.

in base alle linee che si incrociano, otteniamo delle kakeami diverse. E’ molto importante tracciare le linee tutte dritte, alla stessa distanza. Ogni quadratino  deve avere lo stesso numero di linee e devono essere tutti della stessa dimensione.

Degli errori che si fanno spesso quando si disegnano le kakeami sono i seguenti:

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ovvero l’effetto texture, l’effetto Y,  l’effetto casetta

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l’effetto strada di kakeami, e l’effetto fiore.

Ogni quadratino deve essere posizionato con un inclinazione diversa dalle altre.

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Cercando di evitare gli errori elencati sopra, iniziate a disegnare la kakeami ikkake

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Poi semplicemente sovrapponendo delle linee incrociate a 90°, otterremo la seconda kakeami: la nikkake

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Aggiungendo altre linee incrociate a 45° otterremo la sankake

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E l’ultima kakeami, la yonkake, si ottiene aggiungendo un secondo incrocio a 45°

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Come potete notare, più incroci hanno e più le tonalità della kakeami diventano più scure. Grazie a questa caratteristica, se usiamo le 4 kakeami in un singolo disegno, possiamo ottenere una sfumatura

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Più ci eserciteremo con questa tecnica, più saremo bravi a realizzare kakeami; e ci potremo divertire a utilizzarle nei nostri disegni.

Spero di esservi stata d’aiuto.

Al prossimo articolo. Ciao!!

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Colorazione a Copic – come correggere colori troppo accesi.

Molto spesso, colorando a Copic, capita di utilizzare dei toni un po’ troppo accesi, specialmente se non si posseggono i colori giusti. Correggere i toni al pc è facile una volta scansionato il disegno, ma come fare se non si ha questa possibilità, e senza dover comprare per forza decine di pennarelli?  Andiamo a vederlo insieme.

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Questo personaggio ha la pelle azzurra, un colore di per sé molto acceso. Vediamo come desaturare un pochino il colore.

Vi ricordo che uno dei pregi dei Copic è che sono sovrapponibili. Per fare le ombre o le luci quindi non c’è bisogno di utilizzare le stesse tonalità di colore, si possono ottenere degli effetti molto belli anche sovrapponendo colori che a prima vista non c’entrano nulla l’uno con l’altro.

Andiamo quindi a rendere meno azzurra questa pelle. Prendiamo il C3, che è un grigio freddo, e passiamolo su tutte le zone in ombra (che abbiamo già realizzato precedentemente) della pelle.

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Una volta terminato questo passaggio, prendiamo il W5. E’ sempre un grigio, ma è più scuro del C3. Inoltre, a differenza di quest’ultimo, è un grigio caldo, che ben contrasta con l’azzurro della pelle. Passiamo il W5 sempre sulle zone in ombra del disegno, ma realizzando ombre più piccole e più nette.

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La mano in primo piano del personaggio è terminata. Vedete che differenza rispetto al volto e all’altra mano?

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Vediamo ora come appare il personaggio dopo che tutta la pelle è stata desaturata con il C3 e il W5:

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Il C3 e il W5 si applicano bene a qualsiasi colore, infatti io li utilizzo quasi su ogni cosa che faccio. Continuiamo per esempio con i capelli:

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Nel caso dei capelli ho utilizzato dei colori di base già poco accesi di loro, quindi l’effetto del C3 e del W5 si vede poco. Non si può dire lo stesso, invece, della maglia, per la quale ho dovuto utilizzare dei colori molto “sparaflash” (perché avevo solo quelli).

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Prima del C3 e del W5                                Dopo il C3 e il W5

Come vedete in questo caso la differenza è notevole. Continuiamo con la giacca del personaggio:

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Anche nel caso della giacca, il C3 e il W5 hanno fatto una grande differenza.

Vi saluto mettendovi l’illustrazione del personaggio scansionata e corredata di alcuni effetti digitali. Buon divertimento!

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Dettaglio degli occhi

Chibi in due teste

Un disegno chibi, o deformed, di un personaggio non è altro che la rappresentazione dello stesso con una modifica significativa del rapporto di altezza ed un’ulteriore semplificazione dei tratti.

L’altezza delle figure umane viene misurata in “teste”; nel caso dei chibi si riducono spesso a 1:2 (due teste di altezza), 1:3 o 1:4.

Oggi provo a disegnare una fatina in deformed usando il rapporto testa-corpo 1:2. Questo significa che la proporzione complessiva del personaggio, testa compresa, non dovrà superare le due teste di altezza. È particolarmente difficile capire quali elementi mantenere, come semplificare correttamente la figura, cosa sia il caso di mantenere e cosa no.

Partiamo come sempre dalla costruzione in blocchi. Tracciamo due cerchi di uguale misura: uno andrà a costituire il viso, l’altro il corpo.

Tracciamo due cerchi uguali per la costruzione della figura
Tracciamo due cerchi uguali per la costruzione della figura

Nel deformed il volto gioca un ruolo fondamentale, pertanto gli elementi principali come occhi, sopracciglia e bocca devono essere rappresentati correttamente. Il naso invece può essere omesso, così come, in alcuni casi, il collo.

Tracciamo linee di costruzione per posizionare gli elementi all'interno del volto
Tracciamo linee di costruzione per posizionare gli elementi all’interno del volto

 

Dettaglio degli occhi
Dettaglio degli occhi

Cerchiamo di definire man mano la figura del personaggio, sempre prestando attenzione alle proporzioni dei vari elementi.

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Le ali della fatina si estendono per quasi tutta la lunghezza del corpo.

Come potete notare, mani e piedi sono poco definiti. La forma è approssimativa, arrotondata e va bene per un chibi realizzato con un rapporto testa-corpo 1:2. I pochi elementi disegnati risultano chiari e ben delineati.

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Dettaglio del viso

Concentriamoci ora sulla parte inferiore del corpo.

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Le gambe, come le braccia, sono formate da linee affusolate ma non troppo realistiche.  Si percepisce lo stacco tra fondoschiena, coscia e polpaccio, ma senza che troppa attenzione sia posta su questi elementi specifici.

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A questo punto il nostro personaggio ha più o meno questo aspetto. Definiamo con cura la capigliatura, la forma degli occhi e delle ali, il movimento delle gambe e aggiungiamo qualche elemento decorativo per incorniciare la figura.

Disegno completato
Disegno completato

Buon divertimento con i chibi!

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Multiliner colorati

Per inchiostrare un disegno da colorare a copic o acquarelli, si possono usare diversi metodi:

O si sceglie un inchiostro resistente ad acqua e/o alcool (in questo caso consiglio il Black Ink della Kuretake), o si usano matite non cancellabili, o ancora si possono scegliere dei pennarellini appositi, come i multiliner copic.
La comodità di questi ultimi è l’ampia gamma di toni e di punte disponibili e la possibilità di ricaricare quelli della serie “Liner SP“.Io tendo ad usare principalmente i colori seppia, nero e grigio, perché fanno risaltare i tratti senza appesantirli troppo.

Un altro prodotto della Too Marker (casa produttrice dei copic) che mi piace usare è la “copic drawing pen”.

Drawing pen
Copic Drawing Pen
Copic Drawing Pen aperta
Copic Drawing Pen aperta

 

Punta della Copic Drawing Pen
Multiliner seppia con punta Brush-S
Multiliner seppia con punta Brush-S

La struttura è quella di una penna stilografica, con inchiostro resistente ad alcool e acqua e la punta simile a quella di un maru-pen.
Il vantaggio di questo tipo di strumento, rispetto al multiliner classico, è che la punta a pennino permette una maggiore variazione di tratto, senza bisogno di passare da un pennarellino all’altro. Naturalmente con questo tipo di pennino sarà difficile realizzare tratti particolarmente ampi, o le campiture, per le quali ci si può avvalere o di una punta come la 0.3, 0.5, 0.8 del multiliner, oppure di quella a pennello.

In ogni caso ricordate che potete tracciare la lineart anche a colorazione completata, in modo da essere sicuri al 100% che l’inchiostro non sbavi e che si mantenga saturo. Potete anche scegliere di usare un solo tono per la quasi totalità dell’illustrazione e di evidenziare solo alcuni dettagli con uno strumento diverso.  Ecco qui qualche esempio di lineart tracciate con multiliner differenti, in stadi diversi di lavorazione.

 

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Multiliner utilizzati: grigio (mano e profilo), ciano (capelli), blu (firma e dettagli), seppia (Pollicina, pizzo). Aggiunti dopo la colorazione.

Multiliner utilizzati: nero (inchiostrazione complessiva), seppia (mela e arcolaio, in alto a destra e sinistra).

Multiliner utilizzati: copic drawing pen seppia (inchiostrazione complessiva), multiliner brush-s seppia (ombre e capelli).

Insomma, ricordatevi sempre che potete rendere più interessante un’illustrazione anche in base a come – e con cosa – realizzate la lineart. Buon disegno a tutti!

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Matite e gessetti acquarellabili

Nella colorazione tendo ad utilizzare il kit aquash come strumento principale, mescolandone i colori ed eventualmente arricchendo la colorazione con radiant e copic.

Tubetto di colore bianco a base d'acqua, usato per effetti finali
Tubetto di colore bianco a base d’acqua, usato per effetti finali
Gessetti acquarellabili Caran d'Ache
Gessetti acquarellabili Caran d’Ache

Questa volta invece ho scelto di realizzare l’intera colorazione solo con matite acquarellabili (Staedler e Caran d’Ache) e gessetti acquarellabili (Caran d’Ache), aggiungendo delle punte di bianco con un acquarello in tubetto (Pentel).

In questo caso volevo rendere un effetto sepia, pertanto ho inchiostrato il disegno, realizzato su carta con grammatura 300g/m², con i multiliner sepia della Copic.

 

Lineart inchiostrata del disegno definitivo
Lineart inchiostrata del disegno definitivo

 

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Dopo aver fatto scendere un po’ d’acqua dalla cartuccia, sporcate la punta del pennello con la matita o il gessetto
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Passate l’aquash sulla zona interessata

Stendere il colore direttamente con la matita o con il gessetto può alle volte lasciare tracce non omogenee.

Per questo personalmente preferisco sempre utilizzare pennelli ad acqua, come l’aquash Pentel o Kuretake, insieme ai colori ad acqua.
06L’aquash risulta particolarmente comodo se volete prima impregnare d’acqua una parte del disegno da colorare in modo uniforme, come i capelli del personaggio femminile di quest’illustrazione.

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Prima fase di sfumatura di rosso e azzurro

Inoltre questo metodo rende più semplice sfumare le varie tonalità di colore. Ad esempio nel nastro che incornicia il personaggio maschile ho scelto di unire rosso scuro e azzurro. Dopo aver bagnato l’area con l’aquash ho steso il rosso a partire dagli angoli, interrompendomi a circa un terzo della lunghezza totale e lasciando in bianco la parte da riempire con l’azzurro, che ho passato a partire dal centro verso l’esterno, fino a farlo sovrapporre leggermente con il rosso. Ho ripetuto il processo fino ad ottenere il risultato voluto, cercando di bilanciare i due toni e di sfumarli delicatamente.

Nastro sfumato dal rosso all'azzurro
Nastro sfumato dal rosso all’azzurro

 

Mescolare i colori
Mescolare i colori
Le sfumature sui petali
Le sfumature sui petali

Ho seguito la stessa modalità anche nel colorare le rose e gli altri elementi la cui sfumatura volevo fosse più regolare. In alcuni casi ho lasciato asciugare il colore creato mescolando le matite, per poi stendere sopra quello creato mescolando i gessetti. In questo modo all’interno dello stesso petalo, per esempio, abbiamo due toni di rosso leggermente diversi.
Naturalmente si possono mescolare anche materiali diversi tra di loro e l’effetto è particolarmente interessante, ma dipende da che tipo di colorazione avete in mente.

Base dei capelli del personaggio maschile
Base dei capelli del personaggio maschile
Capelli e peli della bestia, realizzati con gli stessi colori ma dando effetti diversi
Capelli e peli della bestia, realizzati con gli stessi colori ma dando effetti diversi

I gessetti e le matite che utilizzo di solito sono piuttosto leggere come saturazione e quindi si adattano ad un’immagine come quella mostrata in questo caso. Proprio per questo stavolta mi sembravano fuori luogo i toni più vibranti, come quelli che si possono facilmente ottenere dai radiant, anche se mescolati con i colori principali dell’illustrazione.

Fase finale dei capelli del personaggio maschile
Fase finale dei capelli del personaggio maschile

I capelli sono realizzati con uno stile abbastanza piatto e in entrambi i personaggi si distinguono facilmente sia i vari passaggi che i vari colori.

 

Quanto all’ordine di colorazione, sono partita dalle basi della pelle e dei capelli, per poi passare alle rose e ai petali. Tendenzialmente è bene partire dalle aree più chiare e andare man mano scurendo, specialmente nel caso dei colori ad acqua, che sbavano facilmente. Tuttavia, trattandosi dell’elemento chiave del disegno, anche se le rose erano più scure rispetto allo sfondo volevo assicurarmi che non risultassero sbilanciate.

A questo punto mancano quasi tutti gli elementi dello sfondo e alcuni dettagli
A questo punto mancano quasi tutti gli elementi dello sfondo e alcuni dettagli

 

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Colonna e portafiori in marmo
Elementi secondari
Elementi secondari

Prestate sempre attenzione ai dettagli e divertitevi a mescolare colori apparentemente poco compatibili, come nel caso della colonna di marmo sulla destra del disegno. Non sempre sarà un successo, ma è importante non porsi limiti da soli quando si sperimenta con la colorazione. Può essere utile anche servirsi di fluidi mascheranti come quello che ho presentato all’inizio dell’articolo, per isolare aree dell’illustrazione che volete ‘proteggere’ dal colore – soprattutto in caso di acquarelli, che spandono facilmente.

Ecco il risultato finale. Buon lavoro a tutti!

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Risultato finale

Blog dedicato alla Tecnica Manga